
Per i suoi primi vent’anni, Iuppiter si è regalata il nuovo progetto editoriale Occhio di carta, un ambizioso spazio di “distrazione culturale”, una tribuna di coscienza critica della realtà, un’agorà d’incontri, riscontri e visioni meravigliosamente cartacea.
Custodita per troppo tempo nel cassetto, Occhio di carta è una rivista di cultura indipendente, idee e impertinenze, con una foliazione iniziale di 176 pagine. Articolata in sezioni e rubriche, presenta in ogni numero “da collezione” un tema portante che è approfondito attraverso una serie originale di contributi e saggi capaci di moltiplicare i punti di vista e aprire sull’argomento trattato una discussione libera, leale, senza pregiudizi né virus ideologici.
Le pagine di Occhio di carta, impreziosite dall’inserimento di tavole illustrate da disegnatori promettenti e artisti già affermati, sono organizzate con una struttura editoriale e grafica che ne rappresenta la “spina dorsale”, delineandone anima e intenti:
1) Occhio di riguardo (sezione monografca d’apertura che analizza un tema, una parola, una tendenza, un personaggio, un’idea);
2) Racconti (spazio alla narrativa inedita e all’arte del racconto con storie esclusive di scrittori già consolidati o che meritano di essere conosciuti);
3) Sud(i)ario (riflessioni e proposte sul Mezzogiorno che “non vuole più essere mezzo”, storia della letteratura mediterranea, saggi sul patrimonio identitario meridionale, studio dei dialetti);
4) La buca di Orfeo (approfondimenti sulla poesia, ritratti di poeti italiani e stranieri, opere da riscoprire, analisi dei testi);
5) Supervisioni (pagine di critica cinematografica, approfondimenti su serie tv e documentari, storia del cinema delle “aree interne”, saggi su registi, sceneggiatori e attori, storie di produttori e film mai realizzati);
6) L’impaginario (sezione miscellanea che propone agili rubriche d’arte, teatro, musica, filosofia, storia e costume, pagine “impertinenti” di curiosità linguistiche, sollecitazioni letterarie, satira e divagazioni sul “saper vivere”);
7) La bibliovia (sezione finale per lettori e bibliofili dedicata alle recensioni librarie, alle storie di biblioteche e libri ritrovati, al racconto dei mestieri e delle passioni “di carta”).



Occhio di carta, per scelta degli editori, non prevede nessuna versione digitale. Poiché è opera da collezione, il periodico è curatissimo nella grafica e nella selezione della carta.
Il progetto editoriale propone una copertina, in carta acquarellata e completa di bandelle, in cui il tema monografico è lanciato con un gioco di grafica testuale. Sempre presente in cover il logo della rivista, rappresentato da un volto sferico con tre grandi occhi. La controcopertina, invece, è dedicata a un’illustrazione inedita o a un’opera di un’artista che sia in sintonia con idee e senso del numero.
Occhio di carta ha un prezzo di copertina di 20 euro. È acquistabile nel circuito tradizionale delle librerie, nei migliori bookshop della rete, sul sito ufficiale della casa editrice www.iuppiteredizioni.it, nel corso degli eventi di presentazione e direttamente nella sede della casa editrice a Napoli (via dei Mille, 59)
Occhio di carta predilige la lingua italiana e il sillabario carnale dei dialetti. Promuove il culto del cartaceo, un ribellismo costruttivo, il ritorno al conflitto delle idee e al primato della parola. È uno “sguardo” di distrazione culturale, un moltiplicatore d’impertinenze, un oblò aperto nell’aula del recupero sogni. Nasce per aggregare teste libere e tensioni poetiche, custodire culture ritenute marginali, stimolare nuovi ragionamenti e visioni.